Il rapporto con il segno è essenziale e intenso, un’estensione della profondità dell’anima; opere e installazioni sono spesso di grandi dimensioni, in un senso di ricerca dello spazio vitale: Armando Gioia è artista dalla magnifica lucidità espressiva.
Da sabato prossimo, 23 marzo fino al 15 Aprile, le sue opere saranno esposte nelle sale del Museo delle Genti d’Abruzzo, in via delle Caserme a Pescara.
Aquilano, 64 anni, ha con la sua terra un rapporto forte, ma allo stesso tempo sospeso, così come con tutta la realtà con la quale interagisce. Il tempo e lo spazio passano attraverso il filtro della coscienza e diventano prima gesto, poi forma e colore. Il curatore della mostra, Mariano Cipollini, ha estratto dalla produzione creativa dell’artista alcune delle opere che riassumono la qualità di un patrimonio enorme, accumulato nel corso di anni di attività intensa. Che è rappresentativo anche di una forte impronta culturale.
Armando Gioia è stato uno dei protagonisti di quella grande stagione aquilana per certi versi irripetibile, che oggi è non solo ricordo ma patrimonio assoluto nel teatro, nella musica, nelle arti figurative. E questa personale sotto il titolo “La memoria del segno” offre ancora oggi uno spaccato di quegli anni. Molte opere dell’artista sono presenti in importanti collezioni private.
“Il tempo, le esperienze, la memoria, sono le sue variabili che vanno a interagire con la purezza poetica del gesto creativo che lo contraddistingue – scrive di Gioia, nelle note critiche, il curatore Mariano Cipollini – Nei suoi lavori, la relazione tra pensiero e creazione ha evidenti passaggi leggibili e identificabili dagli esordi. Frutto di un processo ispirato dalla volontà d’indagare fra gli insoluti dell’esistenza, intesse, attraverso una limpidezza ideologica, le architetture delle sue storie. Costruzioni dettate dalla coscienza di aver strutturato il suo pensare attraverso la conoscenza, senza mai ricorrere alla retorica. La manualità che lo accompagna lo spinge a indagare sulle possibilità espressive di materiali differenti che, utilizzati insolitamente, rivelano linguaggi interlocutori in altre applicazioni.(…) Appannaggio di pochi, quel tratto diventa portatore di memorie uniche e irripetibili, rendendosi protagonista e interprete non solo della vita di un uomo artista, ma in parte anche della nostra“.
La mostra sarà inaugurata il 23 marzo alle 18,30 e resterà aperta con orario 9-13 dal lunedì al venerdì e 16-20 il sabato e la domenica fino al 15 Aprile.